Monferrato e cambiamento climatico
Prospettive per un territorio
L’Associazione Senza Fili Senza Confini è il primo operatore di comunicazione non a scopo di lucro, fondato in Piemonte, a Verrua Savoia (TO), il 18 ottobre 2014, e riconosciuto come esempio metodologico per la riduzione del divario digitale nelle zone rurali.
Il convegno
Dopo il successo dell'edizione 2022, che ha visto la partecipazione di tantissime persone, torna la Senza Confini Fest.
La festa si svilupperà con una serie di eventi, dalle 14:00 fino alle 24:00, e alternerà fasi culturali a eventi conviviali.
La festa inizierà con la seconda edizione del convegno “MONFERRATO E CAMBIAMENTO CLIMATICO". Quest'anno gli esperti che si alterneranno sul palco esamineranno le PROSPETTIVE per il nostro territorio: le azioni utili ma purtroppo necessarie a contrastare gli effetti del cambiamento climatico.
Le presentazioni saranno divise in due parti, intervallate da un coffee break. La prima parte a tema generalista, la seconda dedicata alla viticoltura, elemento caratterizzante il territorio del Monferrato.
Il coordinamento editoriale e la conduzione delle due sessioni saranno affidati al dott. Angelo Melone e al dott. Maurizio Gily.
Saranno presenti i ricercatori di Politecnico di Torino e Università di Torino che presenteranno le attività svolte nell'ambito del progetto SISAV - acronimo di Sistemi Integrati per la Sostenibilità Ambientale del Vigneto, finanziato dal PSR - Misura 16. Sarà possibile osservare dimostrazioni di campo con sensori e visionare mappe acquisiste con satellite e drone, commentate dagli esperti. Gli iscritti all'ordine dei Dottori Agronomi e Forestali del Piemonte e Valle D'Aosta e gli iscritti all'Albo dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati potranno completare la formazione acquisita durante il convegno con attività strumentali.
Sarà possibile cenare
A partire dalle 21:30 la festa sarà chiusa dal concerto della Shary Band.
Il Programma
I relatori
Angelo MeloneGiornalista da più di 40 anni prima a l'Unità poi a Repubblica. In tutti e due i giornali con un ruolo di caporedattore. Tiene workshop di giornalismo alla Ifg della Università di Urbino |
Mario GiuliacciLaureato in Fisica nel 1967 presso l'Università "La Sapienza" di Roma. Dal 1969 Ufficiale, per concorso, del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare ove ha seguito un corso annuale di 12 mesi di specializzazione in “Fisica dell’Atmosfera” onde essere abilitato alla professione di Meteorologo. Ho diretto il Centro meteo del Nord Italia a Milano Linate dal 1983 al 1990. Dal 1986 al 1993 è stato docente di Fisica dell’Atmosfera presso il Corso di Laurea in Fisica dell’Università agli Studi di Milano e poi, dal 1994 a 2014, nel Corso di Laurea in Scienze Ambientali presso l’Università agli Studi di Milano-Bicocca. Dal 1995 al luglio 2010 è stato direttore operativo del Centro Epson Meteo e principale commentatore meteo sui tg del Canale 5 Nel 2014 ha attivato un proprio sito professionale su Internet: www.meteogiuliacci.it del quale è Direttore operativo. E' autore e/o coautore di una decina di opere inerenti la Meteorologia, quali "Se non ci fosse la luna… (Mursia)", "Le previsioni del vento e del tempo (Mursia), "Dottore, mi fa male il tempo (AlphaTest)", "Prevedere il tempo con Internet" (AlphaTest), "Manuale di Meteorologia" (780 pg -AlphaTest), "Meteocuriosità" (Ronca Editore), "La neve" (AlphaTest), Sintesi della relazione --- La fusione dei ghiacci polari artici ha provocato, attraverso processi atmosferici a catena, una invadenza dell’anticiclone africano sul Mediterraneo, con conseguente aumento in intensità e frequenza degli eventi estremi. Il clima rischia il “punto di non ritorno. |
Claudio CassardoClaudio Cassardo è laureato in fisica, con un dottorato in geofisica, è docente di fisica dell’atmosfera, meteorologia, clima e cambiamenti climatici all’università di Torino, nel Dipartimento di Fisica e anche in altri corsi di laurea. Le sue ricerche studiano le interazioni tra la bassa atmosfera, la vegetazione e la superficie terrestre, vegetazione inclusa, tramite l’analisi di dati e le simulazioni con i modelli numerici. Nell’ultimo decennio si è anche occupato di modelli di crescita delle piante, con un focus speciale sui vigneti. Da oltre vent’anni si dedica intensamente alla divulgazione scientifica verso il pubblico e le scuole di ogni ordine e grado, su media, social, blog tematici e riviste. Sintesi della relazione --- Da quarant’anni il clima sta cambiando sul pianeta e ancora di più sull’Italia. L’incremento delle temperature e la modifica nei regimi di precipitazione e nelle correnti atmosferiche produce delle conseguenze notevoli con impatti di vario tipo in diversi settori. Il settore agicolo è uno dei più colpiti per le conseguenze dell’incremento termico e delle risorse idriche. Il trend nei prossimi 20-30 anni proseguirà sulla falsariga degli ultimi 40, poi si differenzierà a seconda degli scenari. Le proiezioni modellistiche per la seconda metà del secolo rivelano cali produttivi in molte filiere agricole, rendendo necessarie le opzioni di adattamento. |
Nicola LoglisciNicola Loglisci si laurea nel 1997 in fisica presso l’Università degli Studi di Torino con tesi in fisica dell’atmosfera. Nel 2001 consegue il dottorato di ricerca in geofisica presso l’Università degli Studi di Genova con tesi sulla modellistica meteorologica. Dal 1999 collabora con il centro meteo della Regione Piemonte per l’attività operativa di previsione in ambito della gestione dei rischi. In ARPA Piemonte si e' occupato dell’attività operativa in sala meteo, svolgendo nel contempo attività di ricerca in campo agrometeorologico e climatologico, seguendo progetti di interesse regionale, nazionale ed internazionale. Approdato recentemente in fondazione CIMA continua la sua attività di ricerca in ambito climatologico. Autore di diversi articoli scientifici su riviste di settore Sintesi della relazione --- Il Piemonte è caratterizzato da una geografia molto differenziata e sono molteplici le organizzazioni sociali, i modi di vivere e le attività che sono qui sviluppate. Questa complessità si traduce anche in ambito climatico e richiede un’attenta analisi delle vulnerabilità e degli impatti. Gli impatti diretti e indiretti del cambiamento climatico sono già evidenti, ma gli scenari futuri - anche con le migliori politiche di mitigazione - delineano una situazione in deciso peggioramento, a causa delle emissioni cumulate registrate fino ad oggi. |
Claudio LescaClaudio Lesca, dottore in scienze dell’informazione con esperienze nell’automazione di impianti e gestione di processi. Dal 2006 direttore tecnico, con compiti di energy manager e responsabile della gestione ambientale in uno dei maggiori comprensori industriali della provincia di Vercelli. Certificato “esperto in gestione dell’energia” TUV Italia. Sintesi della relazione --- Si sente sempre più parlare di “energia” ovunque e sotto molteplici aspetti. Lo stesso di "cambiamento climatico". La prima è il motore della nostra società, il secondo un problema che non possiamo fare a meno di riconoscere come la più grossa sfida per tutti noi. Trovare un equilibrio tra la necessità di fonti energetiche, il rispetto dell'ambiente che ci circonda e l’obbligo per tutti noi di lasciare alle generazioni future un pianeta vivibile almeno quanto lo abbiamo ricevuto noi è una necessità improrogabile. Nell'affrontare queste tematiche spesso si ci focalizza su aspetti tecnologici e progetti futuribili, su aspetti economico-finanziari, scelte politiche e problematiche sociali a livello mondiale. Attendere soluzioni "definitive" rischia di farci arrivare fuori tempo massimo... Meglio forse riflettere e trovare a piccoli interventi su "scala ridotta". Cosa si può fare fin da subito ? |
Luisella CeliProfessoressa ordinaria di Biogeochimica del suolo e Vice-Direttrice per la Ricerca del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) e Vice- Presidente della Società Italiana di Chimica Agraria. Ha una formazione accademica in Chimica, un dottorato di ricerca in Scienza del suolo e 25 anni di esperienza e formazione nel ciclo dei nutrienti nel suolo e nella nutrizione delle piante. È nota a livello internazionale per i suoi studi sulle interazioni tra i cicli del carbonio e dei nutrienti (N e P) negli ecosistemi agricoli, con particolare attenzione ai processi biogeochimici del suolo che possono ottimizzare la produttività delle colture e limitare le perdite di nutrienti. La maggior parte degli studi è stata dedicata alla comprensione dei processi che controllano la biodisponibilità del P inorganico e organico nel suolo e causano il trasferimento dal suolo alle acque. Ha preso parte a progetti europei coordinando un programma ALFA (UNISEB), un progetto JPI-FACCE (GREENRICE) e partecipando a un progetto FP-VI (OMRISK), Horizon 2020 (TOMRES) e Horizon Europe (ECONUTRI). L. Celi è inoltre responsabile del Laboratorio Open Access di Isotopia Elementare presso il DISAFA dell'Università di Torino; membro del Comitato Scientifico del Laboratorio Open Access di Risonanza Magnetica dell'Università di Torino; membro del Collegio dei Docenti di Scienze Agrarie, Forestali e Agroalimentari dell'Università di Torino. Sintesi della relazione --- L’incremento di biossido di carbonio nell’atmosfera ed il cambiamento climatico in atto modificano le condizioni del suolo influenzandone la fertilità e i servizi ecosistemici che il suolo offre all’intero pianeta. Ciò modifica la disponibilità di acqua e di nutrienti per la pianta, diminuisce la fertilità fisica e biologica con una notevole riduzione della biodiversità e l’introduzione di specie erbacee ed arboree diverse da quelle attuali, più o meno velocemente, a latitudini alle quali non erano comuni mentre altre scompariranno provocando a loro volta modificazioni delle proprietà chimiche, fisiche e biologiche dei suoli. L’impatto globale dei cambiamenti climatici sui suoli è, ed ancor più sarà, significativamente diverso da una zona all’altra del pianeta ed è dunque estremamente complesso prevederne entità ed evoluzione. |
Dario Giuseppe AiraudoLaureato in Scienze biologiche, dal 2005 lavora presso la Regione Piemonte come funzionario tecnico scientifico nell’ambito della gestione della fauna selvatica. Ha partecipato e partecipa come membro dei vari comitati scientifici dei progetti europei sui galliformi alpini, scoiattolo grigio e lupo. Referente per la Regione Piemonte per il coordinamento del monitoraggio della Peste suina africana nel cinghiale. Sintesi della relazione --- Uno degli effetti del cambiamento climatico è quello dell’anticipo delle fioriture delle piante. Questo fenomeno ha delle importanti ripercussioni sul ciclo biologico degli erbivori selvatici, soprattutto per quanto riguarda il periodo dei parti e l’allevamento dei piccoli. Alcuni studi condotti sul capriolo mettono in luce questa situazione prospettando scenari differenti ed in alcuni casi molto preoccupanti per il futuro di questa specie o per il rapporto che questa intrattiene con le attività umane. |
Alessandra BonazzaCoordinatore della Macroarea di ricerca "Impatti sull'Ambiente, Beni Culturali e Salute" presso l'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Professore a contratto presso l'Università di Bologna dove è responsabile del corso "Environmental Impact on Materials, Deterioration and Ageing". Esperta in protezione del patrimonio culturale dagli effetti dell'inquinamento e dei cambiamenti climatici, valutazione del rischio, analisi della vulnerabilità e strategie per la preparazione alle catastrofi. Project manager dei Progetti Interreg Central Europe ProteCHt2save e STRENCH e membro della "Copernicus Cultural Heritage Task Force". Sintesi della relazione --- Il rischio indotto sul patrimonio culturale e naturale in seguito agli impatti correlati ai cambiamenti climatici, inclusi gli eventi estremi, è riconosciuto a livello mondiale. Tuttavia i piani di adattamento ai cambiamenti climatici raramente contengono raccomandazioni basate sull’evidenza scientifica e dedicate in modo specifico alla protezione del patrimonio culturale. Partendo dallo stato di avanzamento della ricerca sui metodi e strumenti che abbiamo a disposizione per contrastare gli impatti del cambiamento climatico sul patrimonio culturale, rifletteremo sulle lacune tuttora esistenti e sulle possibili strategie da adottare per rafforzarne la resilienza. |
Maurizio GilyGMaurizio Gily, dottore agronomo specializzato in viticoltura, consulente di cantine in Piemonte, Abruzzo e Sicilia, giornalista e divulgatore scientifico, docente a contratto presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. |
Matteo GattiProfessore associato presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha soggiornato presso la University of Auckland in Nuova Zelanda e la Southwest University in Cina. La carriera scientifica include la partecipazione in qualità di autore/co-autore a numerosi lavori editi su riviste nazionali e internazionali. Vincitore del “Premio Internazionale Soldera” (2010), del Premio SIVE (2011) e del Premio “Antico Fattore” (2017), è membro corrispondente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino. Si occupa di fisiologia applicata in Vitis spp., gestione del vigneto con particolare enfasi verso le tecniche di potatura invernale ed estiva, effetti del cambio climatico sulla viticoltura, viticoltura di precisione e zonazione vitivinicola. Docente di Viticoltura e di Agricoltura di precisione in programmi universitari nazionali e internazionali. Sintesi della relazione --- Legata in maniera indissolubile ai concetti di tipicità, qualità, rimuneratività e sostenibilità, la viticoltura moderna è chiamata a fronteggiare gli effetti del cambiamento climatico. I modelli produttivi viticoli si stanno sempre più modificando integrando tecniche in grado di produrre su un diverso orizzonte temporale, effetti di adattamento e/o di mitigazione del fenomeno. Con particolare riferimento alle specificità locali e alla tipicità delle produzioni vitivinicole, tali soluzioni prevedono una riconsiderazione della vocazionalità dei territori, e includono elementi di innovazione varietale e di tecnica colturale. |
Vincenzo GerbiGià professore ordinario di Enologia presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino. É autore di 458 pubblicazioni, di cui 224 articoli su riviste (121 su riviste ISI). È responsabile della cantina sperimentale dell’Università di Torino. È vice presidente dell'Accademia Italiana della Vite e del Vino di Siena, accademico ordinario dell’Accademia dei Georgofili di Firenze e dell’Accademia di Agricoltura di Torino, membro del Consiglio della Fondazione Giovanni Dalmasso per il progresso della viticoltura e dell’enologia. Sintesi della relazione --- Negli ultimi venti anni sono state frequenti le stagioni calde e siccitose che hanno portato talora a scompensi nella composizione dei mosti e dei vini. Ogni annata e ogni posizione hanno una storia diversa, perché diversi sono i microclimi, le disponibilità idriche e le pratiche colturali di contrasto allo stress, ma in generale si assiste ad una crescita del titolo alcolometrico dei vini, ad un abbassamento dell’acidità fissa. La componente fenolica e aromatica dei vini può essere molto variabile in funzione delle tecniche di vinificazione adottate. |
Walter MassaWalter Massa nato a Monleale AL il il 6 dicembre 1955, contadino da 4 generazioni, enologo, vignaiolo etico, eretico e non patetico. Motocilista agonista per 10 anni, in competizioni fuoristrada a contatto con la natura, tra boschi, prati, vigne, risaie. Da sempre mi occupo di politica agricola, consorzi tutela, fivi (vignaioli indipendenti). In futuro, visto che il mondo non viaggia più su pensieri politici, ma correnti di pensiero, ritengo che bisogna pensare sempre più in maniera “contaminata” La contaminazione, potrebbe essere un primo passo per affrontare il tema del cambiamento del clima, che forse andrebbe visto come “evoluzione del clima” Sintesi della relazione --- Parlerò di vitigno, territorio, gestione del terreno, sistema di allevamento, vignaggio, gestione della chioma, sesto d’impianto. E inoltre di epoca raccolta e di sperimentazione di reti antigrandine che hanno effetti forse positivi sul microclima. |
Claudio ConternoClaudio Conterno, classe 1962, è titolare con Guido Fantino dell’Azienda Agricola Conterno Fantino che dal 1982 produce vini in Monforte d’Alba. Da sempre ha scelto il lavoro di campagna. Ruolo che non lo esime, a sua volta, da mansioni saltuarie di rappresentanza in Italia e all’estero quando la vite va in letargo. Ma il suo habitat naturale è il vigneto: da trattare con affetto prima ancora che mestiere, nel segno del pollice verde anziché della chimica. Nel 2007, insieme ad altri amici di Langa, decide di far rivivere un’antica borgata di montagna situata in una vallata trasversale della Val Grana nel Comune di Castelmagno recuperandola. Nasce così Des Martin Valliera, società che produce Castelmagno d’Alpeggio DOP, noto presidio Slow Food, e che si occupa di ricettività. Da dicembre 2017 è il nuovo presedente della Confederazione Italiana Agricoltori di Cuneo con l’obiettivo di raggiungere una nuova agricoltura, accompagnando le aziende agricole verso una maggiore attenzione al territorio e alla sua tutela e migliorando le competenze che riguardano il mondo del biologico. Sintesi della relazione --- Nel prossimo futuro dobbiamo assolutamente attrezzarci per “progettare” la risorsa acqua in Piemonte: evitare le dispersioni nelle falle degli acquedotti, recuperare tutta l’acqua grigia possibile, costruire micro invasi, ripristinare e disporre nuove vasche di accumulo, ottimizzare l’irrigazione in campo agricolo, pianificare grandi invasi e, in ultimo, gestire le piogge. Abbiamo dieci anni. |
Federico SpannaLaureato in Scienze Agrarie presso l’Università di Torino, dal 1988 è funzionario della Regione Piemonte con funzioni di coordinamento attività agrometeorologiche regionali e del Piano di Azione Nazionale sull’uso sostenibile dei fitofarmaci Dal 2009 Presidente dell’Associazione Italiana di Agrometeorologia (AIAM), associazione scientifica aderente all’Associazione Italiana delle Società Scientifiche operanti in ambito Agraria. Dal 2014 nomina a membro degli “Open Panels” (OPCAMEs) di Esperti della Commissione di Agrometeorologia (CAgM) della World Meteorological Organization (ONU) Professore a contratto del corso “Micrometeorologia viticola” (40 cfu) presso Università di Torino, Facoltà di Agraria negli a.a 2005-2006, 2008-2009, 2009-2010, 2010-2011. Ad oggi Professore a contratto Corso di Agrometeorologia (4 cfu) presso Università di Milano, Facoltà di Agraria Partecipazione a oltre 40 progetti di ricerca in agrometeorologia e fitopatologia con oltre 80 pubblicazioni scientifiche Sintesi della relazione --- Il comparto agricolo è fortemente influenzato dai fattori meteorologici e dagli andamenti climatici. La gestione dei processi produttivi deve prevedere un continuo adattamento a questi andamenti allo scopo di sfruttarne le potenzialità e limitare i rischi per ottenere il miglior risultato finale possibile. Il cambiamento climatico in atto determina notevoli ripercussioni sulle colture agrarie e sulla gestione dei processi produttivi. E’ quindi fondamentale realizzare adeguata programmazione e rendere disponibili strumenti conoscitivi e servizi operativi di supporto alle decisioni per un migliore adattamento delle strategie di gestione delle colture agrarie al fine di limitare i rischi di perdita produttiva in termini quantitativi e qualitativi. |
Daniele EberleAgronomo, è nato e ha studiato a Milano dove ha conseguito la laurea in scienze agrarie con specializzazione in viticoltura, ma è cresciuto nel Monferrato in Piemonte. Dopo la laurea ha cominciato a lavorare in campo vitivinicolo presso aziende e cantine in Piemonte, nelle Marche e in Lombardia. Dopo un periodo di lavoro trascorso negli Stati Uniti presso una azienda vitivinicola ritorna in Italia e si stabilisce in Piemonte dove inizia l’attività di consulenza rivolta ad aziende di medie e grandi dimensioni. In particolare si occupa di sviluppare progetti di filiera per la produzione di vini destinati all’alta gamma per Terre da Vino – Vite Colte, Barolo (CN). Collabora con il Consorzio di tutela dell’Asti docg e il Consorzio di tutela dei vini d’Acqui, con gli istituti universitari di Torino e Milano, partecipa o ha partecipato in qualità di coordinatore/soggetto interessato a progetti di ricerca della Regione Piemonte, è autore di 20 pubblicazioni a carattere tecnico divulgativo, ha partecipato in qualità di relatore a diversi seminari sulle tecniche di coltivazione delle uve destinate all’appassimento. Lavora in Piemonte dalle Langhe, al Monferrato, al Calusiese, nelle principali denominazioni di origine tra cui Asti, Barolo, Barbaresco, Barbera d’Asti, Gavi, Ruchè di Castagnole Monferrato, Erbaluce di Caluso, ed ha approfondito le competenze sulla tecnica colturale dei principali vitigni del Piemonte sempre tenendo come riferimento la qualità finale del vino, tra cui Barbera, Moscato bianco, Dolcetto, Nebbiolo, Grignolino, Freisa, Arneis, Ruchè, Erbaluce e i vitigni internazionali quali Cabernet sauvignon, Chardonnay, Pinot nero, Merlot, Sauvignon blanc, Syrah. Collabora con alcune importanti industrie che producono mezzi per la difesa della coltura alla realizzazione di progetti dimostrativi in vigneto, e per la messa a punto di strategie di controllo delle principali patologie della vite valide per il Piemonte e per le varietà locali. Collabora con l’Università di Torino alla realizzazione di progetti relativi allo studio ed alla gestione della Flavescenza dorata della vite, studio della presenza e diffusione in vigneto di Drosophila suzukii e Halyomorpha halys (Cimice asiatica) e alla messa a punto di strategie di difesa sostenibili. Collabora con importanti aziende a livello nazionale che producono mezzi per la nutrizione della vite per la messa a punto di strategie nutrizionali che esaltino le caratteristiche delle varietà locali. Da alcuni anni si occupa di viticoltura e vino biologico, prodotto da aziende singole e da filiera, sviluppando una tecnica colturale ad approccio olistico. Nel corso delle sue attività ha partecipato a studi sulla valutazione dell’impatto ambientale della produzione di vino e alla realizzazione di protocolli di viticoltura sostenibile. Sintesi della relazione --- Siamo tutti figli della rivoluzione verde, l'innovazione tecnologica in campo agricolo, partita a cavallo degli anni 40, che ha permesso, attraverso l'aumento delle produzioni, di sfamare la popolazione e sostenere l'incremento demografico. Troppo spesso si dimenticano le carestie dei tempi passati ma ancora oggi si ignorano le condizioni di povertà alimentari che affliggono i paesi fuori dall'Europa e dagli altri paesi evoluti. La consapevolezza che il nostro modello produttivo, alle conoscenze attuali, non è più sostenibile e gli effetti del mutamento climatico sulla agricoltura ci portano oggi a delle nuove sfide, ad una nuova rivoluzione verde. |
Nicola SolinasProgettista e consulente, principalmente nel settore olivicolo, relativamente a progetti di assistenza tecnica, di certificazione sistemi di qualità, sicurezza e promozione dei prodotti agroalimentari . Ho acquisito competenze nel monitoraggio degli agenti fisici e chimici negli ambienti di lavoro e relazione con valutazione del rischio ai sensi del Dlgs 81/08 e successive modifiche (dlgs 81/08) organizzazione servizio prevenzione, Antincendio e piani d’emergenza. Studi di fattibilità per l’uso fonti energetiche alternative, monitoraggio agenti fisici chimici in atmosfera e relative valutazione dei rischi ai sensi del DPCM 277/91 (fonometrie, analisi e piani di bonifica per l’amianto); Consulenze tecniche alle aziende nell’ambito della gestione e smaltimento rifiuti ai sensi del DLgs 22/del 5 febbraio 97 e successive modifiche (Ronchi); Autorizzazioni in atmosfera DPR 203/88, analisi chimico batteriologiche sulle acque; analisi e controllo degli alimenti come le carni, olio, formaggi, pane ecc. analisi suoli implementazione sistemi di qualità secondo le norme ISO 9000, ISO 14000, ISO 45000 e VISION 2000. Sintesi della relazione --- Sub-irrigazione, mezzo di contrasto in aridocoltura con massimizzazione della risorsa idrica disponibile. Interventi agronomici su oliveti coltivati in asciutto, importanza delle lavorazioni sugli stessi per sopperire ai lunghi periodi di stress termici. Utilizzo di corroboranti con duplice beneficio, sia come tecnica di difesa fitosanitaria, sia come tecnica ombreggiante per diminuire la traspirazione della pianta. |
Progetto SISAV
Il progetto SISAV (acronimo di acronimo di Sistemi Integrati per la Sostenibilità Ambientale del Vigneto) è un progetto finanziato dal PSR 2014-2022, misura 16, che si avvale del lavoro svolto da Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Consorzio di Tutela dell'Asti DOCG, Consorzio di Tutela del Barbera d'Asti e Vini del Monferrato, Consorzio di Tutela dei Vini d'Acqui e 17 aziende agricole, la maggior parte delle quali condotte da giovani imprenditori.
Il progetto ha lo scopo di introdurre nuove pratiche agronomiche abbinate all'utilizzo di tecnologia innovative (sensori, droni, satelliti) per migliorare la sostenibilità della produzione viticola, impattando favorevolmente su cambiamento climatico, qualià e costi di produzione.
I ricercatori di Politecnico di Torino e Università di Torino saranno a disposizione dei partecipanti presentando le attività svolte nell'ambito del progetto, con particolare riferimento a dimostrazioni di utilizzo delle tecnologie, per aziende agricole, per appassionati e per i professionisti del settore.
Sarà possibile osservare dimostrazioni di campo con sensori e visionare mappe acquisiste con satellite e drone, commentate dagli esperti.
Gli iscritti all'ordine dei Dottori Agronomi e Forestali del Piemonte e Valle D'Aosta e gli iscritti all'Albo dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati potranno completare la formazione acquisita durante il convegno con attività strumentali.
I Patrocini
Regione Piemonte
Città Metropolitana di Torino
Provincia di Alessandria
Associazione dei Comuni del Monferrato
Federazione Ordini Dottori Agronomi e Forestali Piemonte e Valle d'Aosta
Collegio Interprovinciale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati
Accreditamento
La partecipazione al convegno riconosce nr. CFP 0,625 SDAF 08 per la categoria dei
Dott. Agronomi e Dott. Forestali/Rif Regolamento per la formazione professionale
continua dei dottori agronomi e dei dottori forestali approvato con delibera del
Consiglio n. 162 del 27 aprile 2022
Ai Periti Agrari iscritti che parteciperanno all'incontro in oggetto saranno riconosciuti
i Crediti Formativi Professionali (comunque, nella misura di 1 CFP pari ad 1 ora di
partecipazione) in fruibilità agli iscritti all'Albo con le modalità, agli stessi, note.